La Galleria Nazionale dell’Umbria si ristruttura. Riaprirà la prossima primavera 2022 per accogliere turisti ed appassionati di cultura in una veste diversa.
Le novità sono state presentate il 22 Luglio scorso dal direttore della Galleria Marco Pierini presso il palazzo dei Priori di Perugia.
Il progetto di riallestimento è firmato da Daria Ripa di Meana e Bruno Salvatici.
L’obiettivo consiste nel trasformare la Galleria in un museo del terzo millennio, mantenendosi fedele alla sua identità ma al contempo stesso diventando d’avanguardia: sulla conservazione del patrimonio, la sicurezza dei beni e delle persone, la sostenibilità ambientale, la comunicazione interna ed esterna, l’interdisciplinarità e l’internazionalità della ricerca.
Pertanto il percorso di visita sarà più semplice ed intuitivo, con chiaro riferimento cronologico.
Importante attenzione verrà posta alla multimedialità: curato da Magister Art, il museo sarà pensato anche allo scopo di fornire approfondimenti e angolazioni inedite su una selezione del patrimonio esposto.
In questo si inserirà, prima ancora di venire fisicamente alla Galleria, la ristrutturazione del sito web: il direttore ha giustamente ricordato di come l’informatica abbia una deperibilità tecnica superiore, ossia il sito dovrà essere pensato per il futuro, piuttosto che per il presente.
Ci si aspetta che esso sarà fruibile non solo via desktop ma soprattutto via app, nelle principali piattaforme: Apple ed Android.
Al momento, le aree tematiche saranno: la rivoluzione giottesca; la fioritura del gotico a Siena; la breve ma intensa stagione tardogotica e soprattutto la presenza del Perugino e del recupero dell’arte di Orvieto, così umbra ma così dimenticata.
Inoltre, per la prima volta sarà presente il contemporaneo, ospitando lavori dei tre più significativi artisti umbri del Novecento: Gerardo Dottori, Alberto Burri e Leoncillo.
Da non dimenticare: l’atrio di Palazzo dei Priori avrà il nuovo bookshop ampliato nelle dimensioni oltre che nelle funzioni, e con una nuova illuminazione che ne valorizzerà l’architettura, le volte, i costoloni e le finestre a ogiva, tutte testimonianze inequivocabili dell’origine medioevale dell’edificio.
Veramente un bel progetto. Finalmente la modernità.
Ma siamo a Perugia con quaranta anni di ritardo? In realtà il confronto tra interno ed esterno, tra Stati Uniti ed Italia non si è ancora risolto. Il confronto tra una modernità senza storia ed una storia che deve dialogare con la modernità.
Semplicemente possiamo inquadrare il problema nel seguente modo: negli Stati Uniti la vera storia di quella terra è una storia di popoli nativi, praticamente distrutta dall’arrivo dei coloni europei. In Italia è una stratificazione continua, millenaria, di confronto ed assimilazione reciproca. I Romani non sarebbero esistiti senza gli Etruschi – e Perugia era una delle più importanti città etrusche-, la nostra lingua moderna ingloba molte parole longobarde.
E’ il modello americano al quale dobbiamo guardare? Tali ristrutturazioni erano già presenti quaranta anni fa presso il National Gallery di Washington, ed in tante altre sedi, diventando a livello mondiale la normalità. Pensiamo ad esempio al grandioso Guggenheim di Bilbao.
Forse per risolvere questo dilemma dobbiamo porci un’altra domanda: deve essere il direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria a risolvere un problema nazionale come la comunicazione culturale dell’identità di un paese?
Riteniamo che la risposta sia no. E non deve sorprendere che l’argomento sviscerato dal direttore Pierini non abbia minimamente accennato tale argomento, direttore al quale va il plauso per aver finalmente messo in opera l’intera ristrutturazione, dando la possibilità di godere di grande arte, che tutto il mondo ci invidia.
Un singolo direttore non ha il dovere di sopperire alle mancanze di una classe dirigente politica.