Non si ferma il viaggio del documentario Il suono della voce, nato da un’idea di Tosca al termine di una tournée internazionale di tre anni partita da Algeri e Tunisi e terminata a luglio 2018 toccando Brasile, Francia e Portogallo. Prodotto da Leave e Rai Cinema con la regia di Emanuela Giordano, presentato in anteprima assoluta alla Festa del Cinema 2019, sezione Panorama Italia di Alice nella Città, e premiato ai Nastri d’Argento Doc 2020 con Tosca ‘Protagonista dell’anno’, il film andrà in onda a Speciale Tg1, nella puntata di fine anno domenica 27 dicembre in seconda serata su Rai1.
Un lungo cammino intorno alla musica e alle parole che si è arricchito nel tempo di collaborazioni illustri, grandi personaggi e artisti che Tosca ha avuto il piacere di conoscere o di ritrovare durante il suo viaggio: Cyrille Aimée, Maria Anadon, Lotfi Bouchnak, Aline Calixto, Alice Caymmi, Salim Dada, Mariene De Castro, Thiago Delegado, Evandro Dos Reis, Ivano Fossati, Ivan Lins, Awa Ly, Marisa Monte, Rogê, Vincent Segal, Luisa Sobral. Tosca in prima persona documenta per immagini un viaggio nato dal desiderio di contaminare la musica italiana con altre lingue. Oltre al resoconto filmico del tour, il documentario contiene preziose interviste e duetti con straordinari artisti, alcuni dei quali inseriti anche nel nuovo disco in studio Morabeza, uscito in tutti i negozi di dischi e store digitali il 25 ottobre 2019 e disponibile anche in formato repack dal 14 febbraio 2020 con il brano presentato a Sanremo 2020 Ho amato tutto, scritto e arrangiato da Pietro Cantarelli, e dall’11 dicembre 2020 in formato vinile 2LP 180 gr, contenente Piazza Grande con Sílvia Pérez Cruz.
Perché Il Suono della voce? – sono le parole di Tosca – Perché è una canzone scritta per me da Ivano Fossati che io considero la mia canzone della maturità ed è il cuore di questo progetto. Il suono della voce mia e il suono della voce di tutti i posti che ho visto. Il suono della voce di tutte le persone che ho incontrato, tutto qui.
Ho deciso di farmi accompagnare nella tournée internazionale da un operatore, volevo registrare, fermare quello che avrei fatto. Ho incontrato artisti che stimavo e che mi hanno fatto conoscere tanta musica, di cui a volte non sapevo l’esistenza. Incredibile, attraverso la musica ho conosciuto tutto, ho mischiato, ho incontrato, ho rubato.
Quando ti avvicini a un’altra lingua, a un altro suono, cerchi te stesso, cerchi l’accoglienza, cerchi di sentirti a casa. E trovi sempre un frammento che ti appartiene, volti e voci che ho incontrato in giro per il mondo dalla Tunisia al Brasile, da Lisbona a Parigi e che, in parte, ho portato a casa con me, nel mio nuovo disco Morabeza, parola creola usata per definire un sentimento a cavallo tra saudade e alegria, un luogo spirituale in cui le radici di chi è partito si intrecciano con altre di cui si è persa memoria.