Zanichelli ha da poco lanciato una campagna di grande successo rivolta alla sensibilizzazione sulla lingua, italiana e straniera, che porta direttamente sui marciapiedi in forma di graffiti urbani occasioni di riflessione sulle nostre capacità di espressione.
L’editore conferma con questa azione di “didattica urbana” il proprio ruolo di educatore e divulgatore sotto l’hashtag #laculturasifastrada.
Ma la cultura è anche moda e arte: dalla strada alla passerella. Per questo motivo, come punto culminante di una campagna di contenuti, incentrata sulle lingue, italiane e straniere, Zanichelli ha chiesto a Antonio Marras di plasmare il vocabolario di italiano per eccellenza: lo Zingarelli.
“La cultura non è mai andata fuori moda. È qualcosa di così connesso con la nostra esistenza che non se ne può fare a meno. È come l’aria. Credo che il mio lavoro implichi un’aderenza alla realtà e quindi alla cultura che ci circonda. Quel che ho provato a fare nel tempo è far dialogare questa disciplina che è la moda con altre discipline: arte, danza, poesia, cinema, teatro, letteratura.”
Antonio Marras, motiva con entusiasmo questo progetto e aggiunge:
“L’urgenza di tradurre in segno quel che c’è intorno e dentro di me, nel tempo, si è fatta sempre più pressante. Come se avessi qualcosa che vuol venir fuori e non riesco ad arginare. Cerco di vedere ciò che nelle cose non si vede, ciò che è nascosto. Tendo a captare e fissare tratti, pennellate, immagini su qualsiasi materiale abbia sotto mano.
Mi affascina sporcare, imbrattare, rendere impuro, porre a contatto superfici, oggetti diversi. Trascorrere lunghe ore, dimentico di tutto e di tutti. Un foglio bianco, piccoli spazi di pagine già scritte, quaderni usati, vecchie copertine di libri, carta o cartone, cartoline, brandelli di stoffa, tutto chiede di essere riempito.
Da incosciente quale sono un vocabolario diventa l’oggetto ideale per raccontare, fuori dalle righe, fuori dai margini. Linee, disegni, pasticci, garze, fil di ferro, cemento, occhi di bambola, soldatini, bruciature, spine, suture, bulloni, trasferibili, sono le mie parole inespresse, il codice attraverso cui si materializza il mio mondo. Accumuli, stratificazioni, assemblaggi si oppongono a levare, sottrarre, ridurre. Lottano contro la platitude, la piattezza, la banalità, il luogo comune. Vince l’eccesso, l’eccentricità.”
Il risultato del lavoro dello stilista di Alghero sono 16 opere d’arte originali nelle quali la materia del vocabolario è stata trattata e fusa con altri elementi.
Il progetto è stato presentato alla stampa mercoledì 7 novembre in un incontro in cui Marras stesso, insieme a Gianluca Orazi e Irene Enriques di Zanichelli, che ha raccontato come si è approcciato ai vocabolari.
Per l’occasione è stato allestito in atelier un vero e proprio percorso museale in cui le 16 opere, protette da teche, saranno visibili in anteprima per la stampa e successivamente per il pubblico, fino al 21 novembre.
Otto di questi oggetti artistici saranno protagonisti di una serata a invito al Mudec presso il ristorante di Bartolini dove si terrà un’asta di beneficenza.
Madrina della serata sarà Geppi Cucciari che presenterà il progetto e le opere.
Zanichelli e Marras un inedito connubio accomunato dalla volontà di diffondere la cultura e dalla convinzione che “la moda è un linguaggio, un codice, un modo per comunicare, e gli abiti sono parole di un grande vocabolario”.
Parola di Antonio Marras.