Nel magico e fatato mondo della moda si annida un terribile cancro. Quello dei materiali utilizzati per magliette, colori e stampe. La loro provenienza diventa un elemento di scelta non banale anche se non assoluto per salvaguardare la propria salute.

Un motivo molto importante che Altroconsumo ha voluto illustrare il 16 Febbraio in un incontro a Roma, presso l’Hotel Nazionale: i relatori intervenuti analisi alla mano hanno dimostrato come le produzioni internazionali di vestiario, indipendentemente dalla loro ubicazione in Turchia, sud-est asiatico, India, utilizzino spesso prodotti chimici cancerogeni. Oltre a questo, una maggiore sensibilità al consumo può modificare le tendenze in fatto di spreco e riutilizzo di quanto già prodotto, in senso ecologico ed economico nel senso di prezzo accessibile.

Undici le classi di sostanze pericolose, tra le quali: fatati, alchilfenoli etossilati, PFC, ammine associate a coloranti azoici, metalli pesanti. Altroconsumo, nel suo stile consolidato, ha effettuato le prove sui materiali tessili distribuiti in Italia. L’esito è stato purtroppo scontato, ma non nel senso sperato: tale sostanze sono presenti ed essendo contemporaneamente presenti, è stato sottolineato come l’effetto cocktail rappresenti una vera minaccia per il nostro corpo, per la nostra vita.

Altroconsumo prevede due passi successivi al convegno: una Sfilata dei diritti, che possa sensibilizzare i partecipanti (stilisti, produttori, modelle e pubblico) attraverso un vero e proprio fashion show; nonché un progetto educativo- didattico da proporre a giovani studenti. Tale progetto avrà come obiettivi il consumo consapevole nella moda e il rispetto della legalità, auspicando che la stessa etica torni di moda.