Domani esce nelle sale il nuovo film di Clint Eastwood, incentrato sulla storia del cecchino più famoso degli USA. Impiegato nelle guerre nel Medioriente, propone in maniera prolissa un fatto, certamente non seguendo l’asciuttezza tipica del suo stile, con un marcato patriottismo in Italia certamente sconosciuto. Questo piace, è bello vedere un grande regista modificarsi nel suo modo di vedere il mondo, il cinema e l’arte di raccontare una storia: per il futuro sarà la traccia di come si è adattato ai mutamenti culturali e sociali, regalandoci uno splendido percorso evolutivo. Però il film risente della magniloquenza, rimanendo freddo.

La perfezione non sempre paga, il risultato è un film notevole ma formale, senza spirito innovativo. I grandi registi, così come i grandi compositori di classica, hanno risentito nel finale di carriera dell’effetto magniloquente nelle loro produzioni. Il regista statunitense non è esente da questo effetto: lo aspettiamo al prossimo film.