Dopo Valzer con Bashir, Ari Folman torna sul grande schermo con un film tratto dal romanzo di Stanislaw Lem dal titolo IL CONGRESSO DI FUTUROLOGIA.
Diviso in due parti, vede la seconda in cartone animato, ad omaggiare un così illustre predecessore, mentre la prima è in live action.
The Congress tratta aspetti filosofici e fantascientifici che conferiscono alla trama uno spessore importante, portando lo spettatore ad una partecipazione attiva durante la proiezione e spunti di riflessione successiva. Non mancano riferimenti alla Shoah, essendo il regista figlio di sopravissuti alla persecuzione nazista. Non mancano inoltre l’aspetto morale ed umano del branco, che in modo irrazionale decide che il singolo deve soccombere: purtroppo l’analisi di Kafka non tramonta.
Per quanto riguarda la prima parte della pellicola, si ammirano la fotografia, l’inquadratura e i paesaggi; la parte animata risulta nello stile di Bashir, quindi senza novità. Nel finale si torna al cinema dal vero con uno stacco magistrale, che dimostra ancora una volta il talento di Folman. Difficile fornire ulteriore indicazioni nella recensione: spiegare cosa accade equivale ad anticipare sorpresa e riflessioni, rovinando l’attesa.
Ottima interpretazione dei due attori principali: Robin Wright, che interpreta sé stessa, e soprattutto il grande Harvey Keitel, che interpreta l’agente di Robin.