L’antipolitica e la comicità ancora una volta si presentano sul grande schermo. Da domani scende in campo Pinuccio Lovero, come Renzi ed Obama vuole dire: Yes, I can! Rendere possibile una politica diversa, dicendo basta a quella vecchia.
E’ una storia vera quella scelta dal regista Pippo Mezzapesa, di una persona comune che ricerca in modo personale un posto di notorietà non legato direttamente alla bramosia di celebrità.
Per arrivare deve realizzare le sue idee, certamente particolari e curiose ma comuni. In situazioni di vita quotidiana, ove il desiderio comune per la maggior parte delle persone è il raggiungimento di una personale agiatezza, il personaggio/uomo comune Pinuccio Lovero si distingue per il desiderio di realizzare il suo personale contributo alla comunità locale.
Più loculi ed ossari per tutti; nuove fontane con fiori, panchine per gli anziani e bagni per i disabili. Programma semplice ma immediato. E’ una vera, semplice, curiosa storia che si snocciola con freschezza sobrietà, a tratti comicamente paradossale senza la minima volgarità né utilizzo di toni grevi. Dialoghi sottolineati da una alternanza di lingua italiana e dialetto che ricorda come ogni regione/provincia in fin dei conti sia una repubblica a sé. Tutta la proiezione del film rimanda a ricordi di vecchie pellicole di documentari girati negli anni sessanta dalla televisione, in giro per l’italica penisola ad intervistare gente comune e moderne riprese fai da te che documentano la vita di tutti i giorni in casa, con gli amici, colleghi o durante una campagna elettorale.
Presentato con successo al Festival di Roma 2013, il film ha come aspetto positivo la caratteristica della sua realizzazione globale. Ti immedesimi nelle stesse emozioni del protagonista e puoi anche credere di esserci stato talmente è reale, puoi pensare di aver visto i luoghi perché curati nel dettaglio. Puoi scegliere di tifare per una seconda volta e un secondo film che non avrà il sapore di seconda puntata.