Il capitolo successivo di 300 di Zack Snyder presenta, in 3D, una versione della storica lotta tra persiani e greci nella modalità ultra-sanguinolenta. Tra teste mozzate, bracce mozzate, fontanelle di sangue simili a sorgenti d’acqua, si dipana una storia dove la sceneggiatura ha voluto mostrare, con alcune forzature vistose, un parallelismo con la contemporaneità, dal caso Ucraina ai problemi del Vicino Oriente. Nella parte finale del film sembra essere presente un prototipo di kamikaze, nell’assalto finale persiano. Certamente un film d’evasione dalla traballante ricostruzione storica, dove il 3D viene usato sapientemente e le atmosfere sono dark, molto anglo-sassoni.
Noam Murro, il regista, non ha apportato particolari elementi che possano far spiccare la regia. Evidenti le citazioni di Matrix, dei combattimenti cinesi con le spade derivati da Matrix, dei sensi di colpa anglo-sassoni assolutamente assenti in quell’epoca. Immancabili le scene di nudo leggero, con Eva Green (nel ruolo di Artemisia) mostrarsi nella sua bellezza e Sullivan Stapleton (Temistocle) nella sua virilità pompata.