Non pervenuto: si potrebbe definire così il giudizio sul film Il violinista del diavolo di Bernard Rose. Sicuramente apprezzabile il tentativo di rendere giustizia storica ad uno dei più straordinari virtuosi della musica classica, perfetto rappresentante dell’isterismo ottocentesco. Però la ricostruzione storica e psicologica di Niccolò Paganini è debole, con l’attore principale David Garrett assolutamente immobile nel viso. E’ un saggio di descrizione scolastica di un uomo che riuscì ad usare al massimo la sua limitazione fisica alle dita per raggiungere virtuosismi mai superati. I personaggi a contorno della storia, come Urbani (Jared Harris), Charlotte Watson (Andrea Deck), John Watson (Christian McKay) sono stancamente tratteggiati. Inoltre, Paganini è noto, anche tramite un dagherrotipo, che fosse brutto: David Garrett non lo ricorda in questo, buon per lui, male per noi spettatori.