Il documentario su un gruppo di “matti” italiani che, in Kenya,

vogliono cambiare il mondo.

 

Il film “Muyeye” – storia dello speciale rapporto tra un remoto villaggio della costa keniota e il mondo della malattia mentale italiana – approda su “Doc 3”, la trasmissione di RAI 3 dedicata al documentario d’autore, presentata dal giornalista Alessandro Robecchi. Ogni anno Doc 3 seleziona  15 tra i migliori documentari a livello internazionale: la serata del 3 agosto (RAI 3 a partire dalle h.23.40) sarà interamente dedicata a “Muyeye”, trasmesso per la prima volta in Italia. Il documentario, firmato dai registi Juliane R. Biasi e Sergio Damiani, è prodotto da Kuraj film in collaborazione con Format (Centro Audiovisivi della Provincia Autonoma di Trento). Oltre 30 anni dopo la chiusura dei manicomi, i malati di mente in Italia vivono ancora sulla loro pelle pregiudizi e ostilità. Il documentario mostra che anche loro – i “matti” – sanno realizzare imprese straordinarie e i protagonisti del movimento del fareassieme di “Le Parole Ritrovate” sanno entrare in contatto con mondi diversi e lontani.

Muyeye, che dà il titolo al film, è un villaggio polveroso sulla costa del Kenya. Qui, in una capanna di fango, vive la famiglia di Nebat Jumba che si mantiene spaccando sassi. Un giorno a Muyeye arrivano dei bianchi, eccentrici ma diversi dai soliti turisti. Sotto il vecchio baobab, i nuovi venuti raccontano storie di malattia mentale ma promettono anche di costruire una scuola professionale gratuita e aperta a tutti. È il germoglio di un’amicizia che legherà due mondi distanti, eppure accomunati dall’essere esclusi: i bianchi “matti” marchiati dal pregiudizio, i neri tagliati fuori dalle risorse e dal futuro. Ma Nebat ha un motivo in più che lo lega ai nuovi amici: Riziki, la sua seconda moglie e madre dei suoi quattro figli, è tornata al villaggio dei genitori perché considerata pazza. Un documentario sulla follia e sull’Africa che dimostra come anche i “matti” possano cambiare il mondo.

Muyeye, foto stampa